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Auguri a tutti noi!

Siamo nati 13 anni fa, come somma di storie e culture che ci hanno preceduto. Il PD è nato per unire, sotto un’unica bandiera, i valori del progressismo, del cattolicesimo democratico, del riformismo, dell’ecologismo e della socialdemocrazia.

Sono passati tredici anni da quando Walter Veltroni, al Lingotto di Torino, ha pronunciato il manifesto di quello che sarebbe diventato il Partito Democratico. Un discorso destinato a cambiare, in primis, me stessa. Da quel momento ho capito che avrei voluto essere parte della comunità delle democratiche e dei democratici e, insieme a loro, lottare per una società più equa, capace di riconoscere più diritti e garantire maggiori opportunità a tutte a tutti.

Sono orgogliosa oggi di rappresentare questa comunità, in particolare quella del PD Milano Metropolitana. Una comunità coraggiosa e generosa, che ha portato avanti - in questi anni - battaglie per migliorare la vita delle persone.

Abbiamo messo al centro il dialogo e le differenze. Sì, le differenze. Perché per noi le diversità di opinione sono una straordinaria fonte di ricchezza, con le quali misurarci, aprirci e crescere.

Abbiamo scritto una storia bellissima. Continuiamo a farlo, insieme. #AuguriPD

Referendum: "PD già al lavoro per ampio processo di riforma e cambiamento"

MILANO - "La maggioranza degli italiani ha detto sì alla diminuzione dei parlamentari e adesso è necessario e imprescindibile andare avanti con un vero e ampio processo di riforma, non solo per tener conto delle ragioni dell'oltre 30% dei cittadini che, attraverso il no ha fatto emergere le preoccupazioni di un taglio lineare e fine a se stesso, ma soprattutto per portare avanti quello che da sempre sosteniamo.

Per questo come Partito Democratico, già da oggi, siamo al lavoro per completare le riforme istituzionali che servono al Paese e aprire una stagione nel solco di un cambiamento più profondo di quello votato. Un cambiamento che vada nella direzione di garantire la piena rappresentanza territoriale e di genere, e un più efficiente funzionamento di Camera e Senato.
Il Partito Democratico si conferma forza centrale nel Paese e il voto di oggi, compreso il risultato delle elezioni regionali, fotografa il rifiuto da parte degli italiani delle ricette facili del populismo, ribaltando gli auspici di chi pronosticava una vittoria di Lega e destra, e quindi una spallata al Governo, che adesso deve andare avanti con ancora più coraggio.

Dai risultati, infatti, - sebbene ancora incompleti - si va delineando un segnale positivo e di fiducia nel Governo e nell'azione del PD, che si conferma l'unica alternativa alla retorica vuota e demagogica, come forza politica seria, responsabile e al lavoro sui territori, al fianco delle cittadine e dei cittadini per rispondere ai loro bisogni". 

Quel grande balzo in avanti della città

LA REPUBBLICA MILANO, L'INTERVENTO DI SILVIA ROGGIANI

“Negli ultimi dieci anni Milano ha vissuto un vero e proprio cambiamento epocale. Una trasformazione che è riuscita a coniugare la capacità di scalare classifiche internazionali, attrarre talenti, investimenti e grandi eventi con un volto e un cuore profondamente umano.

Da capitale della moda e della finanza, ha saputo guadagnarsi spazi e traguardi nuovi diventando la Milano dei diritti e della solidarietà, dell’inclusività e dell’accoglienza. In questo decennio la nostra città è diventata grande perché ha sempre tenuto insieme, sviluppo, innovazione ed equità.

Poi è giunta la pandemia e, come scrive giustamente Piero Colaprico sulle pagine di questo giornale, oggi Milano non è più quella del Pre-Covid. Le conseguenze della pandemia si faranno sentire soprattutto tra le fasce più deboli della popolazione: secondo le stime la disoccupazione toccherà l'11% in tutta la Città metropolitana, col rischio di avere tra 60 e 70mila persone senza lavoro.

Tutto il mondo si sta preparando ad affrontare cambiamenti importanti, ma sappiamo che una fetta consistente del futuro si gioca nelle grandi città, dove vive più di due terzi della popolazione europea. Le città sono i luoghi per eccellenza in cui emergono i problemi, ma sono anche incubatori di idee e soluzioni nuove. Vere protagoniste dei cambiamenti economici, ecologici, culturali e della ricerca, le città giocano un ruolo chiave nel contrasto ai cambiamenti climatici, alla povertà e crisi del lavoro.

Questo cambiamento è la sfida che Milano si troverà ad affrontare nei prossimi mesi. Questo è il punto di vista che il Partito Democratico vuole mettere al centro della sua azione, molto prima della tattica politica e delle alleanze elettorali. Milano deve rimanere una città inclusiva, coraggiosa, aperta. È una sfida dura, ma la nostra città ce la farà nonostante chi rema contro, e aspetta di vederla fallire per issare la sua bandierina politica.

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Errori, mezze verità e bugie. La Giunta lombarda ha fallito e deve andare a casa

IMMAGINA - editoriale di Silvia Roggiani, Segretaria Metropolitana del Partito Democratico di Milano

Contraddizioni, mezze verità, bugie. Davvero troppe e dal peso tutto politico.

La Lombardia in questi giorni è scossa da continui e imbarazzanti particolari che emergono nella cosiddetta vicenda “camici”, ovvero la fornitura (e il tentativo di trasformarla in donazione) di 75mila pezzi di abbigliamento sanitario da parte di Dama spa, azienda del cognato del Presidente Fontana, alla Regione. Particolari che gettano ombre su una faccenda fin troppo opaca dall’inizio, nella quale sta venendo a galla come il governatore della Lombardia, il leghista Attilio Fontana, abbia avuto un ruolo attivo.

Insomma, la nostra Regione è di nuovo al centro dei titoli di tutti i giornali. E purtroppo, non per l’abnegazione dei suoi medici, infermieri e di tutto il personale socio-sanitario che hanno combattuto – spesso a mani nude – una battaglia eroica.

Per mesi, a fare notizia sono stati i freddi numeri, per giorni e giorni in crescita, tragico carosello di vite spezzate. Troppe, nella regione che ha pagato in Italia il prezzo più alto di questa terribile emergenza. Un prezzo dovuto, senz’altro come abbiamo tante volte denunciato, all’incapacità e all’incompetenza di una giunta che – dopo tanti conclamati errori – non ha avuto il coraggio né il buon gusto di chiedere scusa. Al contrario, è andata avanti con un’arroganza senza pari a dichiarare ai giornali, alla radio, alla tv di non aver sbagliato nulla. E per giunta di dormire sonni tranquilli.

Ma adesso basta. In un groviglio di bugie e affari di famiglia davvero difficile da sbrogliare, una sola cosa emerge con chiarezza. E sono le menzogne del Presidente Fontana. Il Governatore ha mentito ai lombardi, ha mentito a tutti noi. Le sue affermazioni vacillano, anzi vengono smentite dai fatti o da lui stesso a distanza di ore o pochi giorni. La prima riguarda la sua presunta estraneità rispetto alla faccenda dei camici (il 7 giugno dichiara di non saperne nulla), la seconda quando afferma che si è trattato di una donazione.

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Regione Lombardia: "Per Fontana unica strada possibile sono le dimissioni"

MILANO - "Contraddizioni, inesattezze e bugie. Davvero troppe e dal peso tutto politico. Ed è su questo piano che ci interessa stare, in ballo c'è la credibilità del Presidente di una Regione, messa in ginocchio da un'emergenza sanitaria senza eguali. Una regione gestita in maniera fallimentare, guidata da un gruppo politico che ora si trova a fare i conti con un groviglio di bugie e affari di famiglia davvero difficile da sbrogliare. Fontana ha mentito ai lombardi, prima dicendo di non essere al corrente della faccenda dei camici e poi difendendo l'operazione come una donazione.

Tutte informazioni fino ad oggi smentite. Ma ha mentito anche sul suo conto in Svizzera, dichiarando che non fosse operativo. Non ci sono più le condizioni per restare: il governatore ora ha tradito la fiducia dei suoi cittadini, dopo aver mal gestito la crisi. Per noi Fontana può solo scegliere le dimissioni: un atto di responsabilità e di rispetto nei confronti della Lombardia".

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