C’è una cosa che più di tutte oggi non possiamo ignorare. Il tempo trascorso dall’esplosione dell’epidemia in Italia ci ha resi, comprensibilmente, più fragili e anche più delusi e arrabbiati. Oggi l’Italia non è quella di marzo e gli italiani non sono più disposti a credere che andrà tutto bene o ad affacciarsi sui balconi per cantare.
Nel cuore e nella mente delle persone, oggi, c’è sofferenza per un caro che non c’è più, c’è la paura di ammalarsi, c’è il terrore di perdere il proprio lavoro o di non riuscire un domani a rialzare la saracinesca. Per tutti questi motivi, era necessario intervenire come ha fatto il Governo".