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Di che cosa è fatto il Pd (di Michele Serra)

Il Pd in crisi dopo le dimissioni di Zingaretti e la fatica dei suoi militanti, poco raccontata. Sarà anche vero che i media preferiscono le Sardine, però...

Caro Michele, mi chiamo Silvia Roggiani, sono la segretaria del Pd a Milano. L’articolo sul rapporto tra Sardine e Pd mi ha fatto riflettere, ma mi ha anche intristito e ferito. In questi mesi a Milano, ma non solo, migliaia di militanti del Partito democratico hanno collaborato con le associazioni organizzando raccolte alimentari, consegne della spesa e moltissime iniziative per chi è stato più colpito dalla pandemia.

Donne e uomini di tutte le età, che, mentre vivono con smarrimento il destino del Pd, continuano a rimboccarsi le maniche perché così vedono la politica. Sono i militanti, giovani o anziani, che rappresentano la vera anima del Pd, di cui sono davvero orgogliosa. Sono le storie che i media non raccontano, perché, certo, un retroscena fa più clic.

Ogni volta che leggo il Pd rappresentato mediaticamente solo come i suoi eletti in giacca e cravatta o tailleur, penso che sprechiamo un’occasione per rendere la politica un luogo più accogliente. Perché quell’immagine allontana proprio chi dovremmo coinvolgere per cambiare: so che dobbiamo cambiare. La contrapposizione fra le Sardine con i sacchi a pelo e i cultori di un partito chiuso non corrisponde a una realtà molto più ricca di quanto certe dinamiche di potere la facciano apparire. Conosco migliaia di iscritti e dirigenti del Pd che oltre a essere in piazza con le Sardine provano a costruire un partito e un centrosinistra allargato, aperto, generoso, altruista. 

Silvia Roggiani

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8 marzo: "A Milano c'è una leadership femminile diffusa"

Intervista su Affatri Italiani, 8 marzo 2021

“Modello Milano” è una espressione decisamente abusata negli ultimi anni, al punto che ognuno tende a darle un significato diverso. C’è chi la usa pensando di evocare l’esempio di un campo progressista molto largo che sa farsi forza di governo, mentre per altri rappresenta la capacità resiliente di una metropoli che continua a produrre ricchezza attraverso vari cicli politici e ora anche socio-sanitari.

Per altri è un’idea di sviluppo urbanistico simboleggiata dallo skyline di Porta Nuova, ma con la formazione del Governo Draghi, al quale le forze del centrosinistra hanno contributo senza proporre donne alla carica di ministro, l’espressione assume anche un altro significato. A Milano, il Pd fa eleggere più donne che uomini e, per la prima volta nella sua storia, dal 2018 è guidato da una donna: Silvia Roggiani, classe 1984, laureata in Scienze Sociali per la Cooperazione e lo Sviluppo. Ad affaritaliani.it ha parlato di una visione politica di tipo femminile che comincia dalle scelte lessicali: “Per tutto il primo anno di mandato ho dovuto produrmi in lunghe e talvolta pedanti spiegazioni sul perché volevo essere chiamata ‘segretaria’ e non ‘segretario’. Non è stato facile farlo capire, anche perché i miei compagni di partito usavano l’espressione con un’intenzione positiva, per dare più autorevolezza al mio ruolo. Il problema in fondo è proprio questo: si pensa che l’autorevolezza vada per forza declinata al maschile”.

Beh, è curioso che ciò accada proprio nel Pd di Milano, visto che a Palazzo Marino da tempo è consolidato l’uso di espressioni al femminile come “assessora” e “consigliera”, peraltro approvate anche dall’Accademia della Crusca. Come è possibile?
“In realtà questa abitudine non è ancora consolidata quanto vorremmo. Dobbiamo continuare a lavorarci, così come lavoreremo sulla doppia preferenza in viste delle prossime elezioni, ma qui a Milano non abbiamo un problema di parità di genere. Anzi: oltre ad avere una segretaria donna, il Pd nel 2016 ha eletto in consiglio comunale più donne che uomini. E anche nel Consiglio Regionale, su cinque rappresentanti, c’è una parità quasi perfetta: tre uomini e due donne. Nel Pd milanese c'è una forte leadership femminile diffusa”

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PGT Milano: "Il TAR da' ragione a Comune e Maran, adesso avanti a ridurre incuria e degrado"

MILANO "Il Tar ha confermato quanto sostenuto sin dall'inizio dal Comune di Milano e all'Assessore Pierfrancesco Maran. La legge regionale sugli immobili abbandonati è sbagliata negli obiettivi ed è incostituzionale nella forma.

Per noi ridurre degrado e incuria vuol dire recuperare strutture dismesse e diminuire cemento e non - come vuole Regione Lombardia - concedere bonus a chi abbandona. Adesso, finalmente, il Comune di Milano può proseguire il lavoro iniziato con il PGT varato un anno fa. Un percorso purtroppo interrotto dalla giunta regionale, che ha provato in ogni modo a mandare all'aria principi e obiettivi fissati con una normativa molto innovativa contro l'abbandono degli immobili".

Così in una nota la Segretaria metropolitana del PD Milano Silvia Roggiani.

Lombardia zona rossa: “Ora basta, flash mob per chiedere le dimissioni della giunta fontana”

MILANO - "L'ultimo macroscopico errore sui dati, commesso da Regione Lombardia, si somma ad una serie di  fallimenti e ritardi accumulati in questi 11 mesi. Quasi un anno nel quale non abbiamo mai sentito dire la sola parola che andrebbe detta, e cioè scusa. 
 

Di fronte a tutto questo non potevamo restare in silenzio. Ecco perché, insieme ad altri partiti, associazioni e movimenti, abbiamo deciso di scendere in piazza per farci sentire e rivendicare quello che chiediamo da mesi: le dimissioni della giunta Fontana!

Siamo stufi dell’incompetenza, dell’arroganza e delle bugie con cui questa giunta sta prendendo in giro cittadine e cittadini lombardi, mentre la Lombardia continua ad essere la Regione che conta il più alto numero di vittime". 

 Così la segretaria metropolitana del PD Silvia Roggiani sulla partecipazione al flash mob ORA BASTA. I vostri fallimenti non si contano più! (qui link Facebook), promosso da PD Milano Metropolitana e altre sigle del mondo politico e dell'associazionismo.  

"Cresce l'alleanza pro Beppe Sala"

la Repubblica Milano, 21 gennaio 2021
«L'obiettivo è vincere al primo turno», assicura la segretaria pd Silvia Roggiani.

Quali sono i temi forti che porterete in campagna elettorale?

«Alcuni nascono in continuità con l'azione amministrativa: penso al nuovo Pgt, le piazza tattiche, l'utilizzo degli spazi pubblici, la transizione ambientale cominciata da tempo. Obiettivo è garantire una Milano che includa e non escluda dove, nonostante la pandemia, ognuno possa trovare le proprie opportunità. Comunque la casa e la città in 15 minuti sono argomenti per noi centrali».

Sul fronte organizzativo come vi state muovendo?

«Vogliamo coinvolgere la città: iscritti, volontariato, civismo e chiunque abbia voglia di essere protagonista, in una campagna che sarà pensata anche digitalmente».

Vale anche perla composizione della lista di partito?

«Sì, il partito è impegnato affinché si tenga insieme la valorizzazione delle competenze di chi in questi anni si è già impegnato e l'apertura a chi proviene da altri mondi».

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