il blog dei Silvia Roggiani

Futura

Stringiamo le schede come biglietti d'amore

"Le schede che arrivano a casa e ci invitano a compiere il nostro dovere hanno un'autorità silenziosa e perentoria. Le rigiriamo tra le mani e ci sembrano più preziose della tessera del pane. Stringiamo le schede come biglietti d'amore"

Lo scriveva la giornalista Anna Garofalo il 2 giugno 1946 per raccontare quella che divenne una giornata memorabile: per la prima volta le donne potevano votare. Ho voluto usare queste parole dal palco della chiusura della campagna a Milano, prima di lasciare la parola a Beppe Sala, Frans Timmermans e Nicola Zingaretti, perché mi hanno colpito. Sono parole di coraggio e dignità, dal potere enorme.

Le riuso adesso, perché oggi c'è una nuova missione a cui siamo chiamati: la scommessa di oggi è vincere la partita dei ballottaggi. Dopo il risultato alle europee ottenuto a Milano, non possiamo sederci, ma dobbiamo ripartire e partecipare. Sembra che ci sia un'inquientante convinzione per la quale il domani non ci riserverà nulla di buono, aleggia un forte pessimismo, misto spesso a paura del futuro, complice e causa di un'indifferenza che invalida e divora la partecipazione.

Non è un caso, infatti, se il partito che recluta più consensi sia quello dell'astensionismo: sfiducia, protesta e il pensiero che non non sia con la politica e col voto che si possano cambiare le nostre vite, hanno tenuto a casa a queste ultime elezioni più di 20 milioni di cittadini, cioè oltre il 40% degli aventi diritto al voto. Al termine dei ballottaggi, sarà d'obbligo un'approfondita analisi del voto, ma ad oggi ci sembra essere tramontata l'ipotesi di un'Italia a Cinque Stelle, mentre crescono i consensi per la Lega, polarizzata verso posizioni sempre più pericolosamente estremiste.

Per contrastare quest'onda ci vogliono idee e progetti, ma più di tutto sono convinta che siano le persone a fare la differenza: lo hanno dimostrato i risultati ottenuti in tanti Comuni a Milano Metropolitana dove si è ribaltato il voto delle europee e abbiamo riconfermato tanti bravi sindaci del Pd. Un'altra Italia è possibile, e noi possiamo essere l'alternativa. A chi ha promesso un Paese più equo e più giusto, e invece ha aumentato disuguaglianze e discoccupazione, a chi ha venduto slogan in nome di una "maggiore sicurezza", usandola solo come clava elettorale nella rincorsa perenne e costante di un nemico.

In questo momento penso alla vera ricchezza del PD, ai nostri volontari, alle instancabili magliette gialle, ai segretari e ai militanti che tengono aperti i circoli sul territorio, a chi non si risparmi nè con la neve nè con la pioggia. Parliamo alle donne e agli uomini indecisi, o a quelli convinti di restare a casa.

Abbiamo un grande potere, quello del voto. Non possiamo lasciare che ci sia qualcun altro a scegliere per noi. Usiamolo.

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